martedì 23 luglio 2013

Gli intellettuali della destra: Veneziani confonde la "dolce vita" con evasione fiscale e prostituzione

Gli intellettuali della destra sono sempre molto avanti. Per anni il Msi poteva vantare più o meno solo Lando Buzzanca (che era peraltro simpatico e come attore avrebbe meritato di meglio delle solite commedie pecorecce). I pochi che avevano davvero una testa pensante da quel partito furono espulsi. An invece aveva puntato tutto su Luca Barbareschi, che però ha preferito tornare all'ovile di Silvio banana
Sul campo restano pochi residuati del tempo che fu. Uno di loro è Marcello Veneziani, piazzato nel Consiglio di amministrazione della Rai dal centrodestra negli anni fra il 2001 e il 2006 e poi scomparso nel nulla, salvo mantenere un ruolo di editorialista per il giornale intestato al fratello del Caimano.
Oggi questo fine pensatore ci regala una perla di grande saggezza. Si scaglia contro la "sinistra arcigna e punitiva" (e già qui ci fa scappare un sacco da ridere), che avrebbe messo fuorilegge la "dolce vita" dei suoi idoli di sempre: Berlusconi, Briatore, Dolce & Gabbana, Fabrizio Corona, Lele Mora, perfino la Minetti e le Olgettine, autentiche icone del pensiero di destra. Non evasori fiscali, prostitute e sfruttatori di prostitute, corrotti e corruttori, per carità, ma baluardi del libero arbitrio, ingiustamente condannati dal  "moralismo fiscale, giudiziario e proibizionista". Tutto per difendere chi gli paga lo stipendio.
Aridatece Lando Buzzanca.

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