martedì 31 dicembre 2013

Napolitano, Grillo e Berlusconi: oggi fatevi un favore e spegnete la tv

Che sia il novantenne Giorgio Napolitano, l'ex comico Beppe Grillo o il pregiudicato Silvio Berlusconi, oggi fatevi un favore e spegnete la tv. Questa gente non ha proprio più niente da dire e non c'è neanche gusto a prenderla per il culo come si faceva un tempo, magari con quel buontempone di Francesco Cossiga, che in tre minuti e mezzo disse che era meglio "tacere". La realtà è che questi tre figuranti (manca qualche bella statuina del Pd, ma sarebbe davvero troppo un discorso di fine anno che so, di Letta o Renzi) sono e sanno di essere i principali responsabili di questo ignobile casino che regna nel paese. Napolitano ha fatto a pezzi Parlamento e partiti per cercare di tenere a galla il vecchio amico craxiano Silvio, il pregiudicato più noto d'Italia non si rassegna a farsi da parte, mentre Grillo ha sulla coscienza l'incapacità di ottenere dei risultati concreti dalla sua personale vittoria alle elezioni (non prenderà mai più tutti quei voti e non avrà più un'occasione come quella di votare per Romano Prodi al Quirinale e spazzare via un bel pezzo degli impresentabili che siedono in Parlamento).
Che siano proprio loro a farci la predica, è paradossale, grottesco, squallido e triste.
Buon anno nuovo, comunque.

lunedì 30 dicembre 2013

Fonzie-Renzi: rimpasto sì, rimpasto no, se famo du' spaghi?

Non che nutrissi particolari speranze nei confronti del nuovo leader della sinistra parruccona, Matteo Renzi detto "Fonzie", che da quando è stato eletto da un paio di milioni di illusi sta dimostrandosi per quello che è veramente: un simpatico ragazzotto dell'Azione Cattolica cresciuto a pane e gesuitismo. Meravigliosa la scelta della compagnia di allegri cazzari messa nella direzione del Pd (circondarsi di stupidi è una vecchia strategia, anche se non sempre paga), eccezionale la proposta del job-act (più che altro un blow-job con tanto di ingoio nei confronti degli industriali) che di fronte alla disoccupazione - pensate un po' - rispolvera l'abolizione dell'articolo 18 (ma non avevano portato milioni di persone in piazza per non farlo abolire?), ora arriva il "rimpasto", altro termine tipico dei bei tempi marci che non se ne sono mai andati. 

venerdì 27 dicembre 2013

Governo Letta ormai dentro a un polmone artificiale: Napolitano non stacca la spina

Quello che è successo in questi giorni con il cosiddetto decreto salva-Roma ha qualche cosa di incredibile. Solo in un paese cloroformizzato come il nostro un governo poteva continuare a essere tenuto in vita così,  a sfregio di ogni regola democratica. Ogni volta è come la volta prima, battendo un record dopo l'altro.
Riassumendo brevemente per i non addetti ai lavori, il nipote di Gianni Letta e la sua accolita di sbandati della Prima e della Seconda Repubblica avevano messo in piedi un bel provvedimento di quelli stile Amato-Pomicino: con la scusa di evitare il default del bilancio della citta' di Roma (messa in ginocchio da anni e anni di gestione vergognosa, da Rutelli ad Alemanno, passando per Veltroni) si erano approntate una serie di marchette a pioggia per far contenti tutti, vista l'ammucchiata che sostiene ancora il governo. Nel nome del "ricambio generazionale", il pastrocchio era stato affidato a quel giovanotto di Fabrizio Saccomanni (71 anni e dimostrarli tutti) e il Letta minore ci aveva anche fatto votare la fiducia. Al Senato ci hanno messo dentro di tutto. Milioni e milioni di euro per tappare i buchi del trasporto pubblico calabrese e per i treni valdostani, soldi al comune di Pietrelcina, paese di padre Pio, la minisanatoria per i chioschi sulle spiagge, disposizioni sulle slot machine, varie ede eventuali e il ripetuto tentativo da parte del Pd di evitare che un emendamento del Movimento di Grillo togliesse i soldi degli affitti d'oro a uno dei principali finanziatori del partito, che versa l'obolo fin dai tempi di D'Alema nel 1997 e non si è mai dimenticato degli amici (che non hanno dimenticato lui).

martedì 24 dicembre 2013

Il "prenditore" degli affitti d'oro dà i soldi a tutti. Provateci anche voi

"Durante la campagna elettorale vengono qui bianchi, rossi e verdi e noi un contributo lo diamo sempre. A tutti. Gli imprenditori romani fanno così". Una dichiarazione del genere andrebbe incorniciata, perché paradigmatica dello sfascio generale che perseguita questo paese ormai dal dopoguerra. I soldi ai politici in cambio di favori sono un sistema ormai quasi secolare che però almeno qui non sembra affatto destinato a scomparire.
Oggi, alla faccia del ricambio generazionale millantato dal giovane più vecchio d'Italia, il sistema è sempre vivo e lotta insieme a noi. E così Sergio Scarpellini, uno che si definisce imprenditore ma che in realtà è solo un palazzinaro che contribuisce alla lenta cementificazione di Roma e proprietario di tanti immobili di prestigio (frutto di eredità? vinte al totocalcio?) che affitta appartamenti alla Camera a peso d'oro, può anche fare la parte del martire perché qualcuno si è accorto della fregatura contenuta nel contratto firmato dall'allora presidente della Camera, Luciano Violante, che lo salvò dalla bancarotta.

lunedì 23 dicembre 2013

Letta si congratula con se stesso, Renzi resta a Firenze. Larghe intese forever

La conferenza stampa di fine anno con il Presidente del Consiglio di turno è una di quelle manifestazioni tipiche del servilismo della stampa italiana nei confronti del potere. Organizzata dall'Ordine dei giornalisti, la kermesse prevede un monologo del capo del governo, che di soliti tracina oltre ogni buon senso, pieno di retorica sui risultati ottenuti da parte di chi di risultati veri non ne ottiene più da decenni, e poi le domande dei giornalisti, preoccupati più dalla diretta televisiva e terrorizzati dall'ipotesi di finire nella lista delle persone poco gradite a Palazzo Chigi. Un turbillon di fesserie che quest'anno, con il grigio Enrico Letta, ha raggiunto uno dei suoi apici. 

martedì 17 dicembre 2013

Le pratiche della NSA dichiarate illegali negli Usa, Letta l'amerikano non ci trovò nulla da ridire

"Penso che non sia un'attività utile e positiva, anzi crea molti problemi e non ha effetti gli positivi di trasparenza che lui si prefigge". Era lo scorso ottobre e il nostro timoroso Presidente del Consiglio Letta junior si trovò a dover commentare il caso delle rivelazioni dell'ex spia americana Edward Snowden mostrando tutto il suo imbarazzo. Altri capi di Stato e governo, come la Merkel in Germania o la Roussef in Brasile hanno alzato la voce contro l'amministrazione americana. Noi, ovviamente, no. Spiati? Boh, chissà. Ci devono confermare. La ministra degli Esteri, Emma Bonino, da anni ormai filoamericana nel midollo, stoppava subito eventuali ipotesi di asilo a Snowden assicurando tutti che la Casa Bianca avrebbe chiarito ogni cosa.
E invece oggi, un giudice peraltro nominato dall'ex presidente George W. Bush, ha stabilito che le intercettazioni della Nsa violano la Costituzione americana, che farebbero inorridire i padri fondatori della patria, che sono pratiche "quasi orwelliane"  e che comunque violano apertamente la privacy dei cittadini. 
Naturalmente per noi alleati-tappetino il rancio era sempre ottimo e abbondante e il povero Snowden un nemico del popolo.

lunedì 16 dicembre 2013

Finanziamento pubblico ai partiti: Fonzie sigla il primo autogol

Chissà se è stata una sua idea, o se qualcuno dei suoi geniali collaboratori gliel'ha suggerita. Certo è che l'uscita di Matteo Renzi sul finanziamento pubblico ai partiti come "sorpresina" per spiazzare Beppe Grillo è stata un vero autogol. Convinto di essere molto furbo e intelligente, il sindaco di Firenze (a proposito, quand'è che si dimette?) ha promesso al Movimento 5 Stelle di rinunciare ai soldi per i rimborsi elettorali (fin qui indebitamente presi come sancito dalla Corte Costituzionale) in cambio dell'appoggio dei grillini a una non meglio precisata riforma della legge elettorale. Applausi del pubblico pagato, partito ricompattato, lodi a profusione dei commentatori politici (anche loro molto pagati). 
Quant'è furbo 'sto Renzi, ahò.

mercoledì 11 dicembre 2013

Letta incassa la fiducia, la corsa di Renzi finisce qui

Bugiardo come il personaggio a cui si ispira, quel Tony Blair che in Inghilterra è ormai conosciuto come B(liar), il rottamatore dell'Azione Cattolica ha già fermato la sua grande corsa. Il Pd e la congrega di centristi post berlusconiani con la quale sta attualmente al governo hanno confermato la fiducia a uno dei governi più immobili e incapaci della storia, consentendo a Enrico Letta di annunciare fiero che lui resterà lì per tutto il semestre europeo, coronando il sogno di re Napolitano che voleva votare nel 2015. Interpellato mentre in aula si svolgevano le votazioni, il rivoluzionario "ebetino" di Firenze si è dichiarato soddisfatto del rancio cucinato dal suo sodale ex democristiano, sostenendo che nel discorso di Letta c'erano le cose che avevano concordato
Quando fra un anno, forse, si riandrà a votare - probabilmente con questa legge, visto che difficilmente si troverà un'intesa su qualcosa che alla destra non  conviene - il povero Renzi sarà travolto per aver continuato a sostenere questo governo come un Epifani qualsiasi. Per non parlare delle Europee del prossimo maggio, dove - a giudicare dal malcontento generale - finiranno per non andare a votare neanche quei poveretti che si sono affannati ai gazebo. 


martedì 10 dicembre 2013

La nuova segreteria di Renzi, giovane e inutile come lui

Ho come l'impressione che anche questa volta i quasi tre milioni di persone che si sono fatte sfilare un paio di euro per far finta di votare per il cambiamento resteranno deluse. E' difficile pensare che un nuovo segretario del Pd così sfacciatamente democristiano possa imporre un'agenda a un governo già molto democristiano. Già ieri Fonzie-Renzi ha messo subito in chiaro che la "sfiducia a Letta non è all'ordine del giorno perché la gente ci chiede di fare le cose serie" e non si capisce come si possa riuscire nell'intento continuando a stare  insieme a un'accozzaglia di ex berlusconiani. Però lo specchietto per le allodole della nuova segreteria del partito, che rottama il passato per dare spazio a donne e giovani, è stato predisposto: una sfilata di 35enni (e quella è l'unica novità positiva) scelti come si faceva con il manuale Cencelli, visto che ognuno di loro sta lì in rappresentanza di qualche vecchia cariatide. 

venerdì 6 dicembre 2013

Mandela, la grande parata degli attestati di stima falsi e bugiardi

E' vergognosa la lunga sequenza di frasi fatte buttate lì per celebrare Nelson Mandela, soprattutto da parte di chi - come il nostro governo, da sempre - vive nella costante accettazione di tutti gli orrori imposti dagli Stati Uniti al resto del mondo. Perfino un delinquente abituale come Berlusconi ha approfittato dell'occasione per invitare alla "riconciliazione" mandeliana, soprattutto per non finire come lui dietro le sbarre.
Orde di cattolici, democristiani, filoamericani e seguaci deli liberismo dicono la loro oggi su un personaggio che fino a pochi anni fa era considerato dall'Occidente un "terrorista negro, e pure comunista". La retorica raggiunge i livelli altissimi tipici di queste occasioni dove il lutto è globale e se non si dice qualche cosa, qualunque cosa, pare brutto. Agenzie come al solito inondate di dichiarazioni di peones di tutti i partiti che testimoniano il loro falsissimo dolore per la scomparsa di una delle figure più grandi del novecento. 
Tutti fanno finta di dimenticare quella che era la posizione ufficiale dei paesi occidentali, guidati dal solito zio Sam, che hanno considerato Madiba fino al giorno della sua liberazione un pericoloso comunista, sostenendo finanziariamente l'apartheid dei bianchi in Sudafrica, per motivi economici, ma soprattutto geopolitici. 

giovedì 5 dicembre 2013

Capolavoro Napolitano: la Consulta del dottor Sottile ci inchioda a un triste passato

Chissà se c'è davvero il dottor Sottile dietro la bizzarra decisione della Corte Costituzionale, che a gennaio non ha ammesso il referendum che avrebbe abolito completamente la legge elettorale porcata (fra gli applausi del Quirinale), poi, dopo qualche mese e qualche innesto ad hoc, ne dichiara illegittime solo alcune parti, facendo ripiombare il paese nell'incubo del proporzionale puro e probabilmente prolungando l'agonia del governo attuale. 
Togliere dal "porcellum" il premio di maggioranza e le liste bloccate, significa tornare alle legge della Prima Repubblica, non al maggioritario come vorrebbe Beppe Grillo. E' il sogno di tutti i centristi inciucisti, da Enrico e Gianni Letta (entità più o meno unica di post-andreottiani), ad Angelino Alfano e Giorgio Napolitano, passando per tutti gli eletti nominati dalle segreterie dei partiti. E lascerà con tutta probabilità con il cerino acceso in mano il futuro segretario del Pd, Matteo Renzi, che infatti ieri era visibilmente un po' incazzato.

mercoledì 4 dicembre 2013

Colpo di scena: Silvio salva la Costituzione

Ogni tanto, infedeli che non siete altro, nella politica italiana qualche colpo di scena c'è. L'extraparlamentare pregiudicato in attesa di provvedimeno restrittivo Silvio Berlusconi si è immolato salvando la Costituzione italiana dalla volontà riformatrice (meglio distruttrice) di Napolitano e dei suoi saggi, più abili nel truccare i concorsi che nell'avanzare proposte vagamente degna di questo nome. Con l'uscita di Forza Italia dalla coalizione orgiastica dell'attuale governo, la modifica dell'articolo 138 che avrebbe poi reso più facile qualsiasi stravolgimento della carta costituzionale non ha più la maggioranza che la sostiene.
Poi dice che Silvio non è uno statista.

martedì 3 dicembre 2013

Sfruttamento del lavoro, i cinesi siamo noi

C'è voluto un rogo e la morte di sette poveri disgraziati per riportare sulle prime pagine dei giornali la storia dei cinesi di Prato, che nella ex capitale del tessile italiano lavorano ormai da moltissimi anni arricchendo le tasche di proprietari di capannoni, poliziotti che intascano tangenti per chiudere tutti e due gli occhi sull'immigrazione clandestina e grandi marchi dell'abbigliamento, che sfruttano una produzione di fascia bassa all'interno di un paese dell'Unione Europea.
Il sindaco della città è naturalmente un imprenditore tessile, che nella "rossa" Toscana è uno dei pochi che ha preso il potere grazie al Popolo delle Libertà, dell'Unione di Centro e perfino della Destra di Storace. Ha vinto le elezioni sbandierando il pericolo giallo. Era il proprietario del marchio Sasch ed è indagato per bancarotta fraudolenta. Oggi questo campioncino della legalità starnazza contro i cattivissimin cinesi che legano le persone ai macchinari per farle lavorare di più, come se fosse un distinto extraterrestre sceso direttamente da Marte. Però lui, travolto da una montagna di debiti, ha dovuto vendere la ditta ai russi.

lunedì 2 dicembre 2013

Spot contro la violenza sulle donne: il fidanzato si cambia, il marito si tiene

Ideata dalla deputata del Pd Anna Paola Concia, insieme a un'esponente dell'antico femminismo e a una creativa pubblicitaria, la campagna contro la violenza sulle donne adottata dal Dipartimento per le Pari Opportunità sembra fatta apposta per non dare troppo fastidio alla morale cattolica di cui questo paese si ammanta sempre, naturalmente a danno dei più deboli. Fra gli slogan compare un deciso: "Hai un solo modo per cambiare un fidanzato violento. Cambiare fidanzato" e un altrettanto perentorio "Non sposare un uomo violento. I bambini imparano in fretta".
E se una ha fatto la cazzata di sposarlo, un uomo violento? Niente da fare. 
Lo potete cambiare solo se è ancora lo stadio di "fidanzato". Altrimenti ve lo tenete.