venerdì 19 luglio 2013

Dolce & Gabbana, gli evasori fiscali fanno pure gli indignati

Sono il simbolo del "sogno italiano". In un paese che fa dell'omofobia un segno distintivo (basta parlare di matrimoni fra gay e si schierano subito le truppe cammellate del Vaticano e dell'estrema destra), una coppia di magliari e mutandari omosessuali sono diventati vergognosamente ricchi vendendo a prezzi sconcertanti capi di abbigliamento cuciti in chissà quale stabilimento del terzo mondo, come in Turchia e Bangladesh. Grazie alla pubblicità offerta da fini intellettuali come Madonna, o magari Nicole Minetti, e ai loro spot sessualmente al limite dell'esplicito, Dolce & Gabbana sono diventati un "must" per chi vuole assomigliare a Freddie Mercury. Col rischio però dell'epic-fail se non si ha il fisico degli indossatori iperpalestrati.
Tipicamente italiani anche nel modo di fare, sono naturalmente sostenitori di Silvio Berlusconi, con il quale condividono la passione per l'evasione fiscale. Sono stati condannati a un anno e otto mesi per aver evaso 200 milioni di euro, una cifra vergognosa, che in un paese normale sarebbe costata loro il carcere, ma come il loro mentore fanno la parte degli "indignati" con il Comune di Milano, solo perché un assessore ha ricordato come si tratti di due volgari evasori. Per protesta chiuderanno i loro negozi di via della Spiga e Corso Venezia a Milano. 
Immaginiamo la disperazione dei milanesi che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

2 commenti:

  1. infatti siamo tutti veramente preoccupati....a signora mia,domani non possiamo nemmeno fare un po' di shopping!!!ma si vergognino:SONO STATI CONDANNATI,quindi,almeno fino a prova contraria,sono degli evasori e come tali,vanno definiti.per conto mio,nè ora nè mai,entrero' piu' in un loro negozio:è il momento che ci svegliamo e che mandiamo nei campi a lavorare questi signorini

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  2. basterebbe non comprare più niente del loro marchio..

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