martedì 24 settembre 2013

Il discount Telecom, ennesima dimostrazione della incapacità della classe imprenditoriale

Alla fine ce l'hanno fatta. Politici senza scrupoli e imprenditori incapaci, oltre che privi di soldi e di idee, hanno definitivamente ucciso la Telecom, la compagnia telefonica italiana che nel 1997 il governo Prodi decise di privatizzare. Erano anni, dallo scoppio di Tangentopoli, che stampa, opinionisti e politicanti prezzolati spingevano sull'acceleratore della vendite dei beni di Stato all'imprenditoria privata, l'unica - secondo i loro giornali e i loro lobbisti - in grado di produrre ricchezza.
Peccato che molte di quelle aziende che sono state svendute ricchezza la producessero già e che l'arrivo dei magnaccioni truffaldini che compongono una importante fetta del capitalismo italiano le abbia ridotte in pezzi. Schiacciato dai debiti causati dalle terrificanti gestioni di Roberto Colannino (che con la sponsorizzazione della sinistra comprò l'azienda con i soldi dell'azienda) e Marco Tronchetti Provera, l'attuale management della compagnia si vede "costretto" a svendere tutta la baracca ai concorrenti della Telefonica spagnola, i quali non è affatto garantito che si sobbarchino l'ingente molte di investimenti dei quali l'azienda avrebbe bisogno per restare competitiva. 
Il tutto perché i fantocci che siedono a rotazione a Palazzo Chigi e nei Ministeri dello Sviluppo Economico e del Tesoro non hanno mosso un dito da anni e le banche che controllano la Telecom attualmente (Mediobanca, Generali e Intesa) non hanno intenzione di metterci un euro. Naturalmente, nel più puro stile bocconiano, sono in arrivo migliaia di esuberi, pagati dalla collettività.
Allegria.

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