venerdì 1 novembre 2013

Per rimuovere la Cancellieri serviranno i caschi blu

Iero ho sentito qualcuno in televisione dire che quello di Anna Maria Cancellieri è uno dei volti più simpatici del governo. Magari è vero, ma dimostrerebbe di che pasta di mostri è fatto l'esecutivo della larghe ammucchiate. Questa ex Prefetto che cumula una pensione d'oro con uno stipendio da Ministro, che sfoggia vestiti da Bulgaria anni '50 e una collana di perle che anche mia nonna avrebbe considerato un po' demodè, ha mostrato finalmente il suo vero volto. Si blatera un po' ovunque stile Bar Sport della grave situazione carceraria e delle pessime condizioni in cui vivono i detenuti, ma dalla vecchia signora è arrivata l'ennesima dimostrazione che qui da noi il censo conta sempre molto, eccome.

Giulia Ligresti è la degna rampolla di Salvatore Ligresti, un uomo inseguito dalla magistratura da oltre vent'anni, quando venne arrestato per le inchieste di Tangentopoli, trascorse 112 giorni presso il carcere di San Vittore e fu condannato a due anni e quattro mesi, perdendo i requisiti di onorabilità richiesti per ricoprire incarichi nelle sue società. Per questo motivo gli subentrarono i figli. Da allora è stato un susseguirsi di imbrogli che ha portato al fallimento le sue aziende, la Fondiaria-Sai e la Premafin, con annessi guai giudiziari per aggiotaggio, falso in bilancio e bancarotta. La Guardia di Finanza lo ha riarrestato lo scorso luglio e visto che operavano come suoi prestanome ha spiccato un mandato di cattura anche contro le due figlie e il figlio, che però è riuscito a scappare in Svizzera.
Una banda di delinquenti, che di fronte alla dura vita del carcere si scioglie come neve al sole. Una delle galeotte soffre di anoressia, dimagrisce e minaccia il suicidio e subito scatta il soccorso "di classe". La famiglia Ligresti è molto amica della Cancellieri e la Ministra si fa beccare al telefono che promette un suo intervento per far scarcerare la povera bambina. Come la più stupida delle dilettanti allo sbaraglio, chiama da un telefono fisso del Ministero il telefono della convivente di Ligresti, che a sua volta era intercettata dai magistrati (cosa piuttosto immaginabile visto che il resto della famiglia era in galera o ai domiciliari). "Non è giusto", frigna il volto più simpatico del governo criticando la scelta dei magistrati di tenere in carcere la rampolla. 
Pescata con la telefonata nel sacco, la Ministra aggrava la situazione parlando di antica amicizia con la famiglia più inseguita dalle forze dell'ordine dall'estinzione del clan dei Corleonesi e sostenendo che il suo è stato un intervento umanitario. Peccato che il figlio della Cancellieri sia un ex dirigente della Fonsai, al quale è stata pagata una buonuscita di oltre tre milioni di euro malgrado risultati di gestione disastrosi. Perché qui, si sa, i soldi fanno sempre avere un sacco di amici. Che poi però magari si lamentano del suo operato dandogli dell'idiota e lamentandosi che invece della liquidazione avrebbero dovuto chiedergli i danni. Ma quando sei figlio di cotanta borghesia ammanicata e sei laureato alla Bocconi, in Italia fai carriera anche e soprattutto se sei un idiota.
Ora, è chiaro che in qualunque altro buco del pianeta una così si sarebbe dimessa immediatamente o sarebbe stata costretta a dimettersi a furor di popolo. Da noi invece si è aperto il dibattito, con gli esponenti del centrodestra improvvisamente interessati a questa figurante che tanto si preoccupa delle condizioni dei carcerati. Per mandarla via non basteranno i caschi blu.


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