venerdì 15 novembre 2013

Datemi un economista e vi affosserò il mondo

Non mi era mai capitato di imbattermi in Alberto Bagnai, che invece scopro essere un professore universitario molto seguito e presente in rete. Di solito mi tengo alla larga da quelli che ancora hanno la presunzione di avere delle risposte per il funzionamento di un sistema, quello capitalistico, che fa degli squilibri e dello sfruttamento la sua unica ragione di esistere. Il personaggio in questione, parecchio borioso, è di quelli che vedono nell'euro la causa di tutti i mali, l'odiosa moneta unica di un'Europa che non ci ama, anzi ci schifa parecchio e ci ha messo i bastoni fra le ruote dopo decenni in cui abbiamo salvato le chiappe solo perché potevamo liberamente stampare moneta. Una parrocchia la sua che, di fronte all'evidente fallimento di un'intera classe politica, ma soprattutto dirigente, si va allargando a dismisura.
Al di là delle considerazioni tecniche, sulle quali si potrebbe stare a discutere per ore, sul suo blog il compiaciuto professore se la prende con la schiera di coloro che accusano la casta, gli sprechi, la corruzione, gli scarsi investimenti sulla scuola, le ruberie diffuse e gli stipendi vertiginosi di funzionari pubblici senza vergogna, sostenendo che tutto questo "è deprecabile" ma in fondo non essenziale.


Io non sono un fan dell'euro, ma ricordo perfettamente che quando Prodi vinse le elezioni nel 1996, Berlusconi, i suoi sgherri, i suoi economisti e i suoi giornalisti andavano dicendo in giro che con i comunisti al governo non ce l'avremmo mai fatta a entrare nella moneta unica. Ricordo altrettanto bene che l'esplosione dei prezzi non fu conseguenza del cambio troppo forte, ma della spavalderia truffaldina con la quale produttori, dettaglianti, commercianti, trasportatori e gestori pubblici hanno rialzato le tariffe certi che da noi nessuno si sarebbe preoccupato di intervenire. 
Abbandonare l'euro? Bagnai è convinto di avere la verità in tasca e a Servizio pubblico ha mostrato molto fiero il suo fantastico grafico. Se voi mi dite che il problema sono i falsi invalidi - è il ragionamento del grande pensatore - io vi chiedo "perché allora famiglie e imprese improvvisamente sono state costrette a crescere a debito" e le banche sono finite in sofferenza?
Improvvisamente? 
Ma se saranno cinquant'anni che la società italiana cresce a colpi di mutui, rate e debiti e sono sempre altrettanti anni che il sistema bancario presta soldi solo in cambio di garanzie consolidate. I debiti delle famiglie con la casa pignorata e delle aziende che hanno macchinari, capannoni e proprietà immobiliari, vengono coperti forzosamente. Le sofferenze bancarie riguardano i crediti inesigibili, quelli concessi agli amici degli amici, alle società che scalano altre società senza produrre nulla e lasciando tutti con dei pezzi di carta in mano. Agli inizi degli anni novanta, tanto per citare un episodio, le banche concessero duemila miliardi di lire di debiti a un uomo, Raul Gardini, che si era messo in testa di comprare tutte le aziende chimiche italiane ancora in mano pubblica, oliando le ruote di tutti i partiti. 
Colpa dell'euro?
La realtà, nonostante quello che dicono gli economisti, è sempre la stessa. Questo paese non funziona perchè è marcio dalla testa e, come hanno fatto notare a Bagnai i ragazzi in studio scappati all'estero per lavorare,  non è colpa del fatto che dobbiamo mantenere il deficit al di sotto del 3% del pil se poi invece di investire nella scuola buttiamo via i soldi in mille canali improduttivi (tranne che per una ristretta cerchia di persone).
Che rubi lire o euro, un ladro è sempre un ladro.

2 commenti:

  1. Mi consenta,dimentica un piccolo particolare...il cambio fisso € alias Gold Standard.

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  2. Non ho capito cosa intende dire paragonando il cambio fisso dell'euro alla Gold Standard. Ma comunque un conto è mettere in discussione alcune delle regole che hanno introdotto la moneta unica, un conto è darle la colpa dei fallimenti di politici, manager e banchieri.

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