mercoledì 8 gennaio 2014

Saccomanni e i soldi agli insegnanti, il "mero esecutore" bocconiano dalla figuraccia facile

Da oggi si può dirlo, senza il timore di essere considerati dei pericolosi sovversivi. Per quanto sia da sempre un paese di cialtroni, l'Italia non aveva mai avuto un governo così cialtrone, così degna espressione dell'incapacità al comando, un distintivo che qui da noi mai nessuno aveva portato con orgoglio come Enrico Letta e la sua banda. Dopo le ignobili figuracce del Ministro dell'Interno, che fa rapire donne e bambine dalla Digos costringendo la nostra diplomazia a un penoso lavoro di ricucitura, del Ministro della Giustizia, amica intima di una famiglia di pregiudicati che sono anche i datori di lavoro del figlio, del Ministro dell'Agricoltura, intercettata mentre si preoccupa di spartizioni di poltrone, dopo il pasticcio con il decreto Salva-Roma, poi trasformato in Milleproroghe, si era pensato di toccare il fondo. Ma il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha deciso che si poteva anche scavare. 

Con tutta la protervia e la stupidità burocratica di cui sono capaci questi grand-commis di Stato, il giovanotto della compagnia (71 anni alla faccia del ricambio generazionale), ha chiesto indietro agli insegnanti 150 euro di scatti di anzianità precedentemente accordati. Come la ormai celeberrima Elsa Fornero, che nella sua riforma scritta da chissà chi si dimenticò di decine di migliaia di esodati, i grandi economisti della Bocconi hanno fatto approvare a questo governo un decreto, lo scorso novembre, nel quale venivano cancellati gli effetti di un provvedimento preso a settembre per restituire agli insegnati i soldi che erano stati tagliati da un altro genio della contabilità creativa, il mai dimenticato Giulio Tremonti
Le somme erogate vanno recuperate e invece di porre il problema a livello governativo per trovare qualche tipo di copertura, si manda un circolare agli insegnanti per chiedere i soldi indietro. Poi di fronte alla sacrosanta levata di scudi di tutti e alla retromarcia di Letta,  il bocconiano che da dirigente della Banca d'Italia guadagnava quattro volte lo sipendio del Presidente della Federal Reserve ci mette una toppa che è peggiore del buco: "C'è stato un problema di comunicazione. Il Ministero dell'Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute".
Un mero esecutore. Altro che rimpasto, qui ci vorrebbe il napalm.

1 commento:

  1. attilio cece08/01/14, 21:40

    il tragico è che, così come l'ex ministro "impreparata fornero", neppure si vergogna delle sue figuracce.
    Io mi sarei andato a nascondere per la vergogna...... forse perchè sono vecchio... o forse perchè ho una morale IO.

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