lunedì 13 gennaio 2014

Il reato di clandestinità, la vergogna che malgrado Grillo la sinistra non abolirà (mai)

Ho letto molti piagnistei di commentatori vari che si sono lamentati del bizzarro sistema con cui Beppe Grillo stabilisce l'orientamento delle posizioni politiche del Movimento 5 Stelle, quei referendum online aperti solo agli iscritti "certificati" che certo non possono essere un grande esempio di democrazia. Oggi in ballo c'era il reato di clandestinità, quella porcheria approvata da ex fascisti e banditi leghisti in barba a qualsiasi considerazione umanitaria: va abolito oppure no? 
Grillo lo ha chiesto ai suoi seguaci sul web e tutti giù con la solita solfa su come il comico e i suoi sodali possano manipolare i risultati di queste consultazioni dallo scarso valore statistico. La stampa "democratica" ha sprecato fiumi di parole per sottolineare la deriva populista del Movimento, che a loro dire inseguirebbe gli istinti di "pancia" della popolazione. 
Poi però succede che il referendun online lo vincono quelli che vogliono l'abolizione del reato di clandestinità e il Partito di Renzi è di nuovo "nudo". Quello schifo di legge la sinistra non riuscirà ad abolirlo nonostante ora abbia l'appoggio anche del Movimento 5 Stelle e quindi la schiacciante maggioranza per farlo. Perchè - sarebbe il caso di ricordarlo ai nostri fini pensatori - la sinistra sta al governo con la destra e sembra destinata a rimanerci a lungo. 
Per amore di Alfano e Napolitano, pure stavolta gli ex comunisti faranno la figura dei cazzari e dei razzisti. 

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