giovedì 2 gennaio 2014

Giustizia all'italiana: i macellai della Diaz se la cavano con ben poco

Evitare l'umiliazione degli arresti proprio non era possibile. E così tre dei macellai di Genova 2001 sono finiti in manette negli ultimi giorni per scontare finalmente la pena del loro comportamento aberrante a tredici anni dallo svolgimento dei fatti. 
Una buona notizia?
No, solo l'ennesima dimostrazione di come la giustizia italiana non sia mai, dico mai, uguale per tutti. Spartaco Mortola, ex capo della Digos genovese poi divenuto questore vicario di Torino, deve scontare otto mesi di domiciliari nella propria abitazione; Giovanni Luperi, ex dirigente Ucigos nelle giornate della guerriglia e attualmente in pensione sconterà solo un anno dei quattro inflittigli dalla condanna definitiva e Francesco Gratteri, che passerà un annetto ai domicliari, beneficiando di alcune ore di libertà durante il giorno e dell'uso del telefono. 
Grazie all'indulto del 2006, geniale parto del traballante secondo governo Prodi, tutti e tre hanno visto già drasticamente ridotte le loro condanne, ora potranno chiedere il riconoscimento della buona condotta, e quindi risparmiare qualche altro mese.
Nelle motivazioni della condanna i giudici scrissero che  "la condotta violenta della polizia nell'irruzione alla scuola Diaz ha gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero". 
I tre non sono mai stati allontanati dalla polizia e ancora nel 2011, prima della condanna definitiva, Mortola era stato addirittura promosso questore.
Più che servitori, serviti dallo Stato.

1 commento:

  1. criminali della peggiore specie che si sentono al di sopra della legge in quanto indossano una divisa. Ed i loro superiori che non si rendono conto del discredito che è ricaduto sulle forze dell'ordine tutte per le azioni indegne commesse nella scuola Diaz che non saranno MAI cancellate dalla memoria delle persone oneste

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