giovedì 9 gennaio 2014

Renzi e il lavoro, tutte le fesserie del jobsact

L’obiettivo è creare posti di lavoro, dice Matteo Renzi, pubblicando una paginetta di buone intenzioni, ribattezzate con pessimo gusto jobsact (l'inglese "job" nasconde delle insidie), proprio nel giorno in cui l'Inps segnala un aumento del 32% delle richieste di disoccupazione. E lui, piccolo genio finora incompreso, pensa di farlo "rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri". Secondo Fonzie, l'Italia attrae metà investimenti rispetto alla Germania e un terzo di quelli della Francia e della Spagna. "Vi sembra possibile? No, ovviamente no. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto".
Ecco, magari gli imprenditori stranieri oltre a un sistema "più semplice" (leggi possibilità di fare un culo così ai dipendenti) gradirebbero anche un po' meno corruzione, perché alla fine è quella che fa la vera differenza tra di noi e il resto d'Europa.
Renzi viene da uno dei partiti più corrotti della storia, che faceva i governi con altri partiti corrotti e corruttori, è soprattutto la sua gente, il suo humus culturale, ad aver scavato il divario con il resto del mondo, alcune nazioni africane comprese. Non si capisce molto bene cosa voglia dire con "semplificare il sistema", quando basterebbe smettere di rubare o di farsi finanziare da gente poco raccomandabile (per certe cose si finisce in galera negli altri paesi) che poi chiede conto dei suoi investimenti in campagne elettorali.
Meravigliosa è poi la proposta sulle tasse: "chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende". Meno tasse agli imprenditori, dunque, che poi sono gli stessi che si "muovono" negli ambiti finanziari e in culo a chi lavora davvero. 
E si chiude in bellezza con "l'assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto", che somiglia tanto al reddito di cittadinanza proposto da Grillo e che secondo gli esponenti del Pd sarebbe costato troppo. 
Poi si legge che questo capolavoro "è stato formulato insieme ai ragazzi della segreteria a partire da Marianna, che si occupa di lavoro, e di Filippo, che è responsabile economia". Speriamo che Marianna adesso non sbagli più ministero.

Nessun commento:

Posta un commento