lunedì 3 giugno 2013

Otto per mille, anche quest'anno non cadete nella trappola studiata da Craxi e dalla massoneria vaticana

Come ogni anno, faccio mio l'appello di molti laici o semplicemente persone di buon senso che invitano a non dare l'otto per mille alla Chiesa cattolica. Se dovete ancora presentare la dichiarazione dei redditi, ricordatevi che questa è solo una grande truffa, studiata a tavolino nel 1985 da due abili manovratori, il pluricondannato e morto in stato di latitanza Bettino Craxi e monsignor Agostino Casaroli, uno degli oltre cento prelati legati alla massoneria contenuti nella lista pubblicata nel 1979 dal giornalista Mino Pecorelli dopo l'elezione del papa polacco, l'uomo giusto al momento giusto per garantire Ior, P2 e Opus Dei
Fu un vero e proprio imbroglio, sullo stile di quello che in questi giorni sta portando avanti il governo Letta con la finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. L'otto per mille avrebbe dovuto cancellare i contributi statali alle confessioni religiose, basandosi sulla scelta individuale dei contribuenti, ma fu introdotto un meccanismo per far finire nella casse del Vaticano anche i soldi di quelli che non facevano alcuna scelta, che sono oltre il 60%. Il restante però viene assegnato ugualmente, e in proporzione alle scelte espresse. Una quota a cui si aggiunge poi anche la parte di contributi che provengono dai quei contribuenti che non sono tenuti in nessun modo a presentare dichiarazione dei redditi.
Il trucco più bieco è che in questo modo le confessioni religiose ricevono più soldi grazie a coloro che non scelgono nessuno, rispetto alla quota di quelli che si professano cristiani, ebrei, valdesi, luterani. Naturalmente, grazie al patto fra massoneria vaticana e partiti corrotti della Prima Repubblica, la parte del leone la fa proprio la Chiesa cattolica, che arriva ad ottenere circa l’85% dell’intero gettito (nonostante venga scelta solo dall'82% dei pochi che fanno una scelta).
Non basta, perché la truffa viene corredata anche dal fatto che il Vaticano mente spudoratamente quando riempie televisioni e giornali dei suoi spot, che esaltano il ruolo della carità svolto a tutti i livelli grazie all'otto per mille: su oltre un miliardo di euro che i preti si mettono in tasca, meno di 200 milioni vengono destinati a opere di carità e terzo mondo, il resto serve a pagare lo stipendio dei parroci e le cosiddette esigenze di culto. Mentre pagano agenzie pubblicitarie di rilevanza internazionale per montare delle campagne fasulle, sul loro sito i vescovi sono costretti a dichiarare la verità e pubblicare la vera rendicontazione: altro che soldi ai poveri e diseredati. 
Inoltre, quella dell'otto per mille è solo una parte del fiume di soldi che dalle casse dell'erario finiscono nelle disponibilità di Oltretevere: 250 milioni di esenzioni Imu, 54 milioni del 5 per mille che finisce alle associazioni cattoliche, altri 250 milioni fra esenzioni e riduzioni su irpef e irap e centro altre voci che portano i costi della Chiesa cattolica a sei miliardi di euro l'anno.  
Sei miliardi di euro l'anno. Ci si potrebbero fare tantissime cose in questo periodo di crisi, manco a dirlo. 
Se volete sottrarvi a questo scempio firmate per lo Stato, che finalmente è costretto a utilizzare questi fondi per la Protezione Civile, o per la Chiesa Valdese, che li dà tutti in beneficienza.

Nessun commento:

Posta un commento