mercoledì 26 giugno 2013

F-35, il pacifismo del Pd è durato un paio di giorni

Sembravano strane certe dichiarazioni di esponenti del Pd, che indossata la maschera "di sinistra" avevano promesso fuoco e fiamme contro l'acquisto degli F-35. C'era addirittura qualcuno che aveva attaccato il ministro della Difesa, Mario Mauro, un cattolico un po' guerrafondaio secondo il quale per amare la pace, bisogna "armare" la pace. Una nuova versione della frase di Vegezio, si vis pacem para bellum, risalente alla fine del IV secolo dopo Cristo, guarda caso diventata il motto di un sacco di corpi militari e davvero poco elegante se pronunciata da un cattolico convinto.
Insomma, c'era la fregatura.
Nella originaria mozione dei democratici, si bloccava l'acquisizione degli F-35 rimandandola alla decisione del Parlamento. Invece è bastato aggiungere la parola "ulteriore" alla parola "acquisizione" e il gioco è perfettamente riuscito. 
Renato Brunetta ha cantato subito vittoria: “La mozione non prevede nessuna sospensione, quello che si deve verificare è un ulteriore impegno che deve passare per il Parlamento, sulla base della normativa esistente. Il programma F-35 è confermato, ma per tutte le ulteriori fasi serve una verifica parlamentare. Le ulteriori fasi sono quelle che non sono state ancora decise".
La maggioranza è salva, gli aeroplanini anche. E il Pd? Si piega ma non si spezza.

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