mercoledì 26 giugno 2013

Letta e il "pacco" sul lavoro

Beppe Grillo esagera sempre e non è molto capace di scegliersi le persone giuste. Ma quando spara a zero contro i giornalisti, beh, si sa, lì "dove cogli cogli sempre bene". Non è tanto la presenza dei fastidiosi cronisti da marciapiede, a caccia di dichiarazioni sulla qualunque, che in fondo farebbero solo il loro mestiere se ogni tanto, dico ogni tanto, si lanciassero anche in qualche timida domanda invece di limitarsi a lavorare come buche delle lettere. Ma provate a mettere da parte per un attimo il guitto più divertente d'Italia e le sue beghe con il branco di parlamentari che ha fatto eleggere suo malgrado e guardare che cosa sono i quotidiani, i telegiornali, i talk-show e i siti web in questi giorni.
Non esiste praticamente alcuna voce critica. 
Si va dalla schizofrenia di giornali come Repubblica e Corriere, che nelle pagine interne pubblicano anche qualche notizia, mentre affidano molti dei loro editoriali a persone dedite all'esaltazione delle larghe intese e della pacificazione, al filogovernismo storico del giornale degli Agnelli - filogovernismo a prescindere, salisse a Palazzo Chigi anche che so... Johnny lo zingaro - passando per soporiferi dibattiti televisivi. Tutti a gettare acqua sul fuoco della condanna di Berlusconi per il caso Ruby, tutti a parlare di "moralismo" come se il monarca del centrodestra fosse stato incastrato solo per i suoi gusti sessuali un po' eccentrici, quando non bulimici, e non per aver corrotto funzionari pubblici, comprato parlamentari e sentenze favorevoli, aver evaso il fisco, aver truccato i bilanci della sue società e per essersi salvato ripetutamente dal carcere grazie alle leggi che ha fatto approvare dai suoi stipendiati. Tutti a stracciarsi le vesti per la interdizione perpetua dai pubblici uffici (quando viene automaticamente applicata dal codice penale per tutti i reati che superino i cinque anni di condanna). 
La colpa del possibile disastro della maggioranza è tutta della pruriginosa Ilda Boccasini e della feroce Procura di Milano, che non hanno digerito la moral suasion del Presidente della Repubblica (sì, adesso si chiama così il tentativo di influenzare le sentenze). Il problema non è governare con un personaggio che si è macchiato di reati anche gravi e che pensa a una successione dinastica della sua forza politica (vuole metterci la figlia Marina, che se però sarà abile come lo è stata alla Mondadori potrebbe anche far vincere la sinistra un giorno). Il problema è che tutto questo - udite, udite - porterebbe alla fine del mega bunga-bunga in atto e alle fastidiosissime, ne converrete, elezioni. 
Orrore, le elezioni. 
E' perché siamo i solti ingrati e non riusciamo a vedere quanto bene sta facendo il governissimo del nipote del braccio destro di Berlusconi. Guardate oggi che capolavoro hanno presentato: "Il Cdm vara il pacchetto per il lavoro. Letta: favorirà 200 mila assunzioni", suona la grancassa Repubblica mentre dalle parti del Corriere si ode uno squillo di tromba: "Lavoro, bonus per i contratti. Nasceranno 200 mila posti", così, per partenogenesi. "Lavoro, bonus alle imprese che assumono", titola La Stampa molto fiera. 
Poi uno va a leggere dentro e scopre che per poter usufruire dell’incentivo, il giovane senza lavoro deve avere fra i 18 e i 29 anni d'età, essere privo di impiego da almeno 5 mesi e di un diploma di scuola media superiore o professionale, deve vivere da solo con una o più persone a carico. 
Roba da presa per il culo, visto che l'Italia è il paese dove un giovane in quella situazione non solo non vive da solo, ma è lui a essere ancora a carico dei genitori. 
Però tranquilli, il nipote di Gianni Letta ha pensato anche a voi trentenni, quindi vecchi, che avete studiato almeno un po' e che non avete persone a carico: c'è sempre la carta della povertà estrema.
Un po' come tornare alle tessere per il pane.

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