lunedì 14 ottobre 2013

Renzi e Quagliariello chiudono la commedia, l'amnistia serve solo a Berlusconi

Quanto possano essere bugiardi coloro che ricoprono le più alte cariche dello Stato è ormai sotto gli occhi di tutti. L'ignobile farsa dell'amnistia, portata avanti da gente che non muoverebbe mai un dito a difesa dei più deboli e di coloro che delinquono anche perché vivono ai margini della società e che anzi ha messo la propria faccia e la propria firma sotto alcune delle leggi più repressive degli ultimi decenni, è finalmente giunta al termine. Dopo il messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica, si erano tutti preoccupati di giurare e spergiurare che il provvedimento non avrebbe riguardato Berlusconi. Tutti, ma proprio tutti, compresa la ministra Cancellieri, che non si capisce se c'è o ci fa, e buona parte del Pd, che si sa, quando si tratta di salvare Silvio si ricompatta immediatamente, stavano lì con il ditino alzato a criticare qualsiasi voce di dissenso, pronti a dare del forcaiolo a chiunque non fosse d'accordo con l'operazione salvataggio dell'anziano piccolo delinquente. 
Poi arriva uno come Matteo Renzi, che una cosa di sinistra non l'ha mai detta in vita sua, che pronuncia un'ovvietà: "L'amnistia non è una cosa seria". Apriti cielo. Parte il fuoco "amico" dei ministri Zanonato, che accusa Renzi di cercare consensi (certo perché loro al Pd i consensi non li cercano e infatti fanno sempre il contrario di quello che farebbe il loro elettorato) e della Bonino, che per aiutare l'amico e benefattore Silvio si immolerebbe di persona.
Poi oggi arriva il "moderato" Gaetano Quagliarello e fa calare il sipario sulla pessima commedia. L'amnistia, se si fa, si fa anche per Berlusconi. Che poi, come volevasi dimostrare, è anche l'unico possibile detenuto che interessi a lor signori.

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