lunedì 21 ottobre 2013

Il (dis)ordine dei giornalisti: quando l'invidia è una brutta bestia

Giornali, settimanali, mensili e pubblicazioni varie in Italia vivono di gossip da sempre. Non c'è sito web, foglio di carta, quotidiano o giornaletto di quartiere che non punti su qualche tetta e gamba scosciata, per non parlare delle pubblicità (che l'editoria la tengono in piedi) che accostano bellezze pacchiane e possibilmente seminude a qualsiasi tipo di prodotto, dal collante al silicone al whisky, passando per auto, pasticche per il mal di testa e assorbenti, o delle riviste femminili che sembrano fatte molto di più per gli uomini.
E' da questo pulpito che nei giorni scorsi è partita la raffica moralista contro Michele Santoro, colpevole di aver portato in trasmissione una attricetta bulgara, Dragomira Bonev,  che ha parlato, per l'ennesima  volta, del mondo marcio che circonda l'uomo più potente e ricco d'Italia. Siccome il programma non ha rivali in termini di audience, gli altri giornalisti, molti dei quali quando hanno provato a fare tv con delle trasmissioni da loro condotte hanno registrato fallimenti da chiusura dopo la prima puntata, muoiono di invidia.
Perfino in redazioni di testate di serie C, come quella per cui lavoro io, sono comparsi gli "snob", quelli che "basta con il gossip", quelli che "Santoro ha esagerato", gente che di solito non mette in fila tre parole, nè parlate, nè scritte e che è abituata geneticamente a fare la buca delle lettere.


Ovviamente, la stampa berlusconiana si è scatenata contro Servizio Pubblico, dopo che erano stati gli stessi fogli di carta igienica di proprietà del Cavaliere a insistere per mesi sulla nuova vita di Silvio, della fidanzata succhiatrice di calippo e del cane Dudù. Perfino l'Ordine dei Giornalisti - che alle lezioni per le nuove leve invita personaggi che la libertà di stampa la vorrebbero limitare, se non addirittura sopprimere - è intervenuto con una dichiarazione dettata da abuso di caffè corretto la mattina, di tale Paolo Pirovano, che dell'Ordine è segretario nazionale, il quale ha annunciato la richiesta di provvedimenti disciplinari contro il conduttore, sostenendo che per Santoro esistono "donne di seria A e di serie B" (di sicuro, per Silvio, sono tutte di serie B). Una strana difesa della dignità femminile, visto che non mi risulta che simili dichiarazioni siano mai state fatte nei confronti di colleghi che calpestavano l'immagine di donne che invece di darla a Silvio lo combattevano (qualcuno si ricorda che cosa ebbero il coraggio di dire di Stefania Ariosto i pupazzi stipendiati dal Nano?). 
Uno che i provvedimenti disciplinari li ha sempre bellamente evitati è il mitico Giuliano Ferrara, al quale l'invidia deve bruciare parecchio, forse perché Santoro fa quello che lui avrebbe voluto fare, ma nessuno gli fa fare, ed ora vive da stipendiato della famiglia di Berlusconi dirigendo un giornale che non legge nessuno. E' per questo che l'attacco a Santoro e Travaglio lo ha scritto sul Giornale, altrimenti sarebbe passato inosservato. E così una delle persone più volgari del panorama editoriale italiano si rifà una verginità scrivendo per conto del padrone che "Michele Santoro bisognerebbe chiuderlo con ordinanza della Buoncostume". 
Ora Pirovano dirige il telegiornale di Telenova, oscura emittente del gruppo di Famiglia Cristiana, mentre Ferrara dalla tv lo hanno cacciato a calci dopo risultati davvero miserevoli. E' facile capire perché abbiano il dente così avvelenato.

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