venerdì 2 agosto 2013

Silvio condannato, ora cosa accetterà il Pd per tenerlo a galla?

Niente. Salvarlo era impossibile. Ce l'avevano fatto credere il Presidente-Re, i suoi avvocati che ha coperto d'oro nonostante sapessero benissimo che questa era la fine prevista. D'altra parte in Italia un delinquente come lui non c'è mai stato, nel senso che quelli peggiori sono finiti tutti in galera o sono fuggiti all'estero molto prima di lui. Per arrivare fin qui, forse gli sarebbe bastato qualche avvocaticchio d'ufficio, non i principi del Foro, avrebbe risparmiato un sacco di soldi da poter spendere con tutte le prostitute-lolite di suo gradimento. E invece, vent'anni di sacrici e questo è il ringraziamento...
L'inizio della fine? Non disperate, amici ed esercito di Silvio. Perché in pista c'è ancora il Pd.
E dalle loro parti sembrano tutti ansiosi di scavare nuove profondità dell'abisso per evitare che questa cancrena della politica e dell'intera società italiana venga definitivamente rimossa. Che cosa potrebbero inventarsi nell'attesa che il Caimano, tempo 3-4 mesi, faccia affondare il governo del nipote del suo segretario personale? Potrebbero raggiungere nuovi livelli di putridume, magari evitandogli la decadenza da Senatore, che dovrebbe essere automatica in caso di condanna superiore a due anni. Ma già orde di fini giuristi intravedono una via d'uscita: siccome la legge anticorruzione l'ha fatta Paola Severino, una che di tipi loschi ne ha difesi tanti, le maglie sono larghe e non è ancora chiaro se con i tre anni di condanna coperti dall'indulto ci sia la possibilità di evitare che Silvio venga messo alla porta di Palazzo Madama. E poi, quando la Corte di Appello rideterminerà la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici, c'è sempre la speranza che in aula una maggioranza a votazione segreta salvi il pregiudicato dalla sua degna fine.
Del resto il nuovo comandante in carica dell'Armata Brancaleone del centrosinistra, l'ex socialista Guglielmo Epifani, ha già tracciato il solco. "Seguiremo con attenzione il comportamento del Pdl, sapendo che un atteggiamento responsabile rafforzerebbe l’opportunità di tenere distinte le vicende giudiziarie da quelle politiche e di Governo, come il PD ritiene necessario in una fase di crisi grave come quella che sta attraversando il Paese", ha detto.
E tutti hanno rimesso lo champagnino in frigo, toccandosi pure le palle.

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