venerdì 31 maggio 2013

Silvio e le donne, Emilio e Lele gli "assaggiatori"

Nei giorni scorsi è suonata forte la grancassa per la (finta) difesa dei diritti delle donne. La ragazza bruciata viva in Calabria dal suo "fidanzatino" (sì, qualche giornale lo ha definito così) ha spinto tutti i partiti compatti ad approvare all'unanimità la Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti del genere femminile. Grandi fanfare, battimani bipartisan, commozione della presidentessa della Camera. 
La relatrice del provvedimento era Mara Carfagna, ex modella di calendari di discutibile gusto, ex chiodo fisso di Silvio Berlusconi (al punto da provocare la costosissima e definitiva rottura con la moglie), quella che una volta disse che "il segreto per volersi bene è quello di poter procreare" e che le coppie omosessuali sono "costituzionalmente sterili" (chissà quale pensiero voleva esprimere con questi concetti un po' faticosi), che quando qualcuno ha fatto notare come fosse leggeremente paradossale che proprio lei relazionasse sui diritti delle donne sfruttate e sottomesse, si è offesa a morte e alla parlamentare del Movimento 5 Stelle che su Facebook aveva ironizzato su quale fosse il vero ruolo femminile all'interno del Pdl ha risposto che "la violenza e la giustificazione di essa nasce proprio dall’imbecillità dei preconcetti o da battute ad effetto". 
Tanto per mettere in chiaro i preconcetti, fra le tante perle del caso Ruby, oggi dalla requisitoria nel processo a Emilio Fede e Lele Mora i due sono stati definiti "assaggiatori di buoni vini" per conto di Silvio, per il quale sceglievano le ragazzine più appetibili. 
Ecco, il capo della Carfagna le sceglie così le donne: le fa "assaggiare".  Un vero signore.

5 commenti:

  1. PROCESSO RUBY – Il processo più ridicolo della storia italiana.
    La brama di protagonismo di certi inquisitori non ha limite.
    Non è il diffamato ad essere umiliato. Al contrario, è la giustizia che viene umiliata da certi sedicenti tutori della legalità, i quali devono rendere conto all'opinione pubblica delle loro mistificazioni, delle loro sadiche insinuazioni e dell'enorme spreco di denaro pubblico per le loro ridicole e grottesche inquisizioni.
    Non bisogna dimenticare che le tasse che pagano le aziende dell'indiziato contribuiscono riccamente al mantenimento dello Stato e ad ingozzare persino i suoi stessi persecutori.
    da COCOMIND.com - La voce del dissenso

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  2. Trovo che queste che lei ha scritto siano delle autentiche sciocchezze. Giustificare le nefandezze, morali e penali, di un uomo solo perché è il primo contribuente italiano (ed evade almeno l'equivalente delle tasse che paga) è un concetto da vassallo medioevale. Il processo Ruby non è affatto ridicolo: scopre i nervi di quel sistema di prostituzione in cambio di promozioni televisive, carriere politiche e soldi, che prospera incontrollato intorno alla figura di Berlusconi.

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    1. Intorno alla figura di Berlusconi? E gli altri, quelli che non sono nel mirino della Boccassini ma fanno le stesse cose?

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    2. Gli altri chi? A me pare che anche gli "altri" abbiano i loro bei problemi con la giustizia. Berlusconi la fa franca e consente anche agli altri di salvarsi, come ad esempio Penati del Pd che si è salvato con la prescrizione grazie alle leggi studiate a posta per Silvio.

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  3. Chissa' perche' quando i molti processi riguardano berlusconi parecchi li trovano ridicoli, questa gente ha forse bisogno di impartare ad usare la trestolina ( devono pero' cercarla in qualche angolo) e magari riescono a capire che questo personaggio e' quello che ha rovinato la nazione.

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