martedì 28 maggio 2013

Amministrative: Letta esulta ma le larghe intese vengono bocciate senza appello

Era tradizione delle consultazioni della Prima Repubblica commentarle con soddisfazione anche se non ce'ra niente da essere soddisfatti. Merito del proporzionale puro, che teneva in vita formazioni politiche con percentuali da prefisso telefonico, con i loro rappresentanti che andavano in tv a cantare vittoria perché magari avevano conquistato uno 0,1% in più, e quelli del Pentapartito che si scambiavano allegramente qualche punto e restavano al governo tutti insieme. L'arrivo del maggioritario e delle elezioni dirette del sindaco, dei presidenti di provincia e dei governatori regionali ha reso il trucco un po' più difficile, ma siccome siamo in tempo di revival, il prestanome democristiano del governo delle "larghe intese", Enrico Letta, ha esultato di fronte ai risultati delle amministrative sostenendo, con una faccia di bronzo che evidentemente è nel dna della famiglia, che il voto ha promosso il governo.
Ora, a parte il fatto che quelle di domenica e lunedì scorsi sono state le elezioni con la più bassa partecipazione di sempre (se si escludono un paio di referendum che non raggiunsero il quorum) e che un'astensione nazionale di quasi un italiano su due è un segnale evidente di come la gente sia quantomeno schifata dalla situazione, basterebbe guardare i numeri, quelli veri, per capire che Letta mente, sapendo di mentire. 
A Roma, Ignazio Marino ha cercato per tutta la campagna elettorale di far dimenticare la sua appartenenza al Pd (infatti la metà delle persone che lo hanno votato non hanno scelto la lista del partito). I resti dell'Armata Bersani-Brancaleone sono passati dai 520.723 voti del 2008 ai 267.605 di questa tornata, cioè nella capitale hanno perso quasi la metà dei voti (un vero successo delle larghe intese).  Marino ha ottenuto un buon risultato che fa ben sperare per il secondo turno, ma in realtà è avanti solo grazie al crollo verticale del suo avversario, Gianni Alemanno, il sindaco peggiore che la città abbia mai avuto per stessa ammissione di molta gente che lo ha votato. Marino ha infatti preso 512.720 voti, la bellezza di quasi 250 mila in meno rispetto a quelli che prese Francesco Rutelli al primo turno del 2008 (759.252) e 150 mila in meno rispetto al fallimentare Cicciobello del secondo turno, che si fermò a quota 676.850. Se verrà eletto primo cittadino, sarà solo perché Alemanno ha visto i suoi voti più che dimezzati, dai 783.725 di cinque anni fa ai 364.337 di oggi. 
Risultati simili si verificano anche negli altri capoluoghi importanti, come Pisa, dove il sindaco uscente Marco Filippeschi è sceso dai 27.075 voti del 2008 ai 20.538 (il suo avversario del Pdl ha preso solo 4.864 voti contro i 19.304 del candidato del suo partito nel 2008). Stessa storia a Viterbo, dove Leonardo Michelini del Pd è in testa con 12.542 voti contro i 13.488 presi cinque anni prima dal suo compagno di schieramento Sposetti). Il sindaco uscente di centrodestra, Giulio Marini, è statto letteralmente seppellito (8.807 voti contro i 21.961 del 2008). 
Solo a Vicenza, il sindaco uscente del Pd, Michele Variati, è stato confermato al primo turno conquistando addirittura un migliaia di voti in più, mentre a Siena, lo scandalo del Monte dei Paschi ha fatto perdere circa 6.000 voti al candidato del Pd rispetto al suo predecessore. A Brescia il democratico Emilio Del Bono ha avuto oltre 8.000 voti in meno rispetto a quando fu sconfitto cinque anni fa e ora è testa a testa con il sindaco uscente di centrodestra, Adriano Paroli, ha perso quasi le metà dei voti rispetto a quando fu eletto. 
Tutti risultati che si assomigliano molto e che non lasciano spazio a molte interpretazioni. Il Pd sta subendo una tragica emorragia di voti dopo la lunga serie di brutte figure accumulate e tiene solo perché dall'altra parte, senza l'impegno politico di Silvio Berlusconi (fuggito in Russia a far baldoria con l'amico ex spia del Kgb), c'è il deserto. 
Il governo Letta fa schifo a tutti, compresi gli elettori di Grillo che lo hanno probabilmente punito per aver in qualche modo consentito che il mostro prendesse vita. Al ballottaggio è un'altra partita. Vuoi vedere che il Pd riesce a perdere pure questa volta?

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