lunedì 27 maggio 2013

A Bologna vince la scuola pubblica, ennesima sconfitta del Pd

Il Partito Democratico registra l'ennesima sconfitta nella sua antica roccaforte di Bologna, dove il referendum sui finanziamenti alle scuole paritarie (leggi cattoliche) ha dato una risposta inequivocabile: i fondi pubblici devono essere impiegati per la scuola pubblica. Anche su questo imprescindibile tema di principio la sinistra si è spaccata in due, mostrando il suo lato peggiore, quello che di fronte ai diktat del Vaticano ancora cala il capo. 
Contro il referendum si erano schierati tutti, dal sindaco Virginio Merola (un simpatico personaggio che considera degli "estremisti conservatori" coloro che hanno promosso la consultazione contro le sue decisioni e si è messo a fare il tour delle parrocchie), fino ai ministri Maurizio Lupi, che è di Comunione e Liberazione e quindi la sua posizione è anche comprensibile e alla ministra della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che è del Pd e quindi... uguale, passando per l'onnipresente presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che ultimamente non è che faccia il pieno di consensi quando mette il naso fuori. 
Il principio sostenuto da questi signori è paradossale: la scuola privata consente allo Stato di risparmiare. Un concetto che dovrebbe far arrossire o ridere chiunque sia dotato del minimo senso della logica. E' come se la Fiat chiedesse più soldi, perché vendendo più macchine farebbe risparmiare allo Stato quelli per gli autobus.
La democrazia e il senso civile in mano a gente senza scrupoli, che per un pugno di dollari è disposta ad affermare qualunque idiozia suggerita dalle sacre tonache, tutto nel nome della "sussidiarietà", un neologismo coniato per giustificare la resa dello Stato di fronte agli interessi confessionali e/o privati (ti pago per fare quello che dovrei fare io e naturalmente non controllo quello che fai di questi soldi).
Nonostante il boicotaggio, attraverso il no all'election day, e malgrado tutto il tam-tam delle strutture del partito, un bolognese su tre (non male per un tema che evidentemente non appassionava tutti) è andato a votare e quasi il 60% ha votato "a sinistra". 
Una cosa così, semplice semplice, che evidentemente la sinistra ormai non ritiene neanche lontanamente possibile.

1 commento:

  1. Sarebbe ora di smettere di dare soldi a chi ne ha anche troppi che oltretutto ti fa pagare anche la retta , basta soldi nostri al Vaticano se le mantengano da soli le loro scuole di indottrinamento !!!!!

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