venerdì 21 febbraio 2014

Il governo delle lobby e della giustizia che piace a Silvio

Ci ha messo tre ore ma alla fine è riuscito a farsi dettare la lista dei Ministri da Giorgio Napolitano. Il nuovo governo di Matteo Renzi è un capolavoro di spartizione di caselle, con una particolare attenzione alle lobby che già compiono disastri e a una possibile riforma della giustizia che piaccia anche al convitato di pietra, Silvio Berlusconi
Al dicastero di via Arenula andrà infatti Andrea Orlando, giovane ex comunista, pessimo ministro dell'Ambiente con Enrico Letta, che qualche anno fa scrisse un bell'articolo per Il Foglio di Giuliano Ferrara con le sue proposte per una riforma condivisa con il centrodestra, a cominciare dal "processo breve" e dalla separazione delle carriere per i magistrati, due temi molto cari al pregiudicato di Arcore. 
Dopo un lunghissimo braccio di ferro, all'Economia andrà un tecnico, Pier Carlo Padoan, che è tecnico nel senso che ha lavorato per il Fondo Monetario Internazionale, la Banca centrale europea e la Banca Mondiale, tutte istituzioni notoriamente interessate al bene della gente comune. Non solo, il "tecnico" è stato direttore di Italiani Europei, la fondazione di Massimo D'Alema, tanto per non dimenticare la minoranza del PD. 
Poi arrivano quelli che si spartiranno i soldi. 
Allo Sviluppo economico ci hanno messo direttamente la Confindustria, con Federica Guidi, imprenditrice ex leader dei giovani industriali, Comunione e Liberazione può dormire sonni tranquilli, grazie alla conferma di Maurizio Lupi ai Trasporti, mentre anche le coop possono contare su nuovi favolosi appoggi, grazie alla nomina di Giuliano Poletti, presidente di Lega Coop, al ministero del Lavoro. Ah, dimenticavo. Delle sette donne nominate per darsi un tono, ça va sans dire, tre hanno i Ministeri senza portafoglio. 
E ora via, verso nuove avventure e la prossima carrettata di nomine per i sottosegretari, dove tutti gli esclusi avranno la loro fetta di torta.  

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