martedì 11 marzo 2014

Il patto di ferro con Berlusconi, l'unico scopo di Renzi al governo

I sostenitori di Matteo Renzi sono tanti ed è anche facilmente comprensibile. Un po' sono persone di sinistra, che dopo averle provate tutte hanno deciso di dare fiducia anche al brufoloso sindaco di Firenze, che per adesso non ha vinto niente ma è lo stesso al governo (nella pura tradizione degli ex comunisti come Massimo D'Alema). Un po' sono i soliti italiani, disinformati e acritici, che si bevono qualunque fesseria pronunciata in tv nei salotti rassicuranti dei conduttori milionari della Rai, come Fabio Fazio, dal quale si può promettere di tutto tanto non c'è il rischio di essere smentiti o perlomeno incalzati da qualche domanda. I Ministri e i membri della direzione del partito? Tutti su twitter, fra hashtag idioti come #cambiaverso o #lavoltabuona, a commentare il nulla, perché fa gggiovane e il governo Renzi, si sa, è il governo dei gggiovani.
L'unico motivo per cui il segretario del Pd è a Palazzo Chigi è perché lo vuole Silvio Berlusconi. Infatti, il più grande partito della sinistra (!) italiana è disposto a passare sopra ogni sua proposta pur di mantenere l'accordo con il grande pregiudicato. E così, no alle quote rosa, no alla legge sul conflitto di interessi, okay alle candidature multiple, tutte cose che il povero Pippo Civati ricorda che il Pd aveva promesso di NON fare. Ieri in tv è apparso un avvocaticchio del Pdl, tale Francesco Paolo Sisto, che privo di ogni senso del pudore per la sua appartenenza a Forza Italia, un partito rifondato da un delinquente condannato in via definitiva, ha detto che la parità di genere per legge sarebbe stata un vulnus per la Costituzione. Incredibile: di fronte a un Parlamento pieno di inquisiti, condannati e rinviati a giudizio anche per reati gravi e a un governo che annovera anche diversi indagati fra i suoi sottosegretari, il vulnus per la Costituzione sarebbero le "quote rosa". Per fortuna, Sisto se lo fa uscire di bocca che tutta questa girandola di posizioni da parte del Pd serve solo a mantenere saldo l'accordo con Berlusconi.
In attesa del jobs-act, scritto magari sotto dettatura del presidente della Confindustria e per un nuovissimo miracolo italiano.

Nessun commento:

Posta un commento