lunedì 5 ottobre 2015

Peggio della sinistra c'è solo la destra: la fine indecorosa dei post-fascisti berlusconizzati

Intrighi sottobanco, saluti romani, boia chi molla e grida di venduti. E' il caravanserraglio di quel che resta della destra italiana dopo il passaggio di Silvio Berlusconi: in campo sono rimaste solo figure ridicole pronte ad accoltellarsi per mettere le mani sul prezioso patrimonio ereditario della defunta Alleanza nazionale e dell'ultradefunto Msi. Si tratta di 180 milioni in immobili e 60 milioni in conti correnti, che nel fine settimana all'hotel Midas di Roma (dove un tempo teneva banco Bettino Craxi) i reduci del post fascismo hanno cercato di contendersi assieme all'utilizzo del simbolo. 

Il tentativo dei due più bolliti del carrello, Gianfranco Fini (chi era costui?) e Gianni Alemanno, plurindagato ex sindaco della Capitale, che hanno riunito un gruppo di sedicenti "quarantenni" per arraffare il malloppo e creare un nuovo partito, è andato male. Attorno alla testa di legno Giorgia Meloni si sono infatti compattati altri tre figuri di non poco conto, come Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli, impresentabili che in comune con la ggggiovane leader della Garbatella hanno soprattutto un'insana passione per Silvio, e la loro mozione ha vinto (anche perché Fratelli d'Italia, senza una bella intesa con il Cavaliere e Salvini, non arriverebbe mai in Parlamento). Fuori dal Midas le urla di quelli di Forza Nuova, che rivendicavano una fetta. 

Giorgia, insomma, resta l'erede di Giorgio, nel senso di Almirante. Dopo la sinistra nelle mani di Matteo Renzi e la destra guidata dalla Meloni, possiamo anche dire che il nano di Arcore ha vinto. 

1 commento:

  1. Si è proprio una pena vedere simili personaggi azzannarsi per accaparrarsi una fetta di potere, ma sono solo degli azzeccagarbugli incapaci di avere una visione vasta della politica.
    Povera Italia, povero paese pieno di esperti di una sola cosa:"IL MAGNA MAGNA".

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