venerdì 9 ottobre 2015

Marino e l'indice di ricattabilità di chi fa politica: dopo il clown riparte il saccheggio di Roma

Fra le poche cose intelligenti e soprattutto vere pronunciate da Giuliano Ferrara, c'è quella secondo la quale per fare politica bisogna essere ricattabili. Altrimenti il sistema non ti ammette fin dall'inizio e il caso di Ignazio Marino sembra confermare questa teoria. Il chirurgo marziano era solo vagamente onesto e capace, ma estremamente narcisista, uomo di D'Alema e alla fine anche incredibilmente stupido. Per questo quella banda che è diventata il Pd fin dai tempi della sua fondazione lo ha accettato come candidato dell'ultima ora per il Campidoglio: non aveva nessuno e, ancora meglio, sapeva di potergli sfilare lo scettro di mano a comando come e quando avesse voluto. Sono stati due anni di stillicidio, in cui la stampa e il web hanno fatto a gara a chi la sparava più grossa contro il povero Ignazio, imputandogli qualsiasi nefandezza. Giornali che fanno l'interesse dei vecchi palazzinari romani e che magari prima hanno appoggiato la giunta di Gianni Alemanno, che ricordiamolo sempre, rischia un processo per corruzione (prendeva lui i soldi della Coop di Buzzi) ed è tuttora indagato per associazione mafiosa. Contro il "Nerone della destra sociale" bastava un volto un po' meno trucido e un nome meno sputtanato per vincere ed ecco la soluzione: l'allegro chirurgo Ignazio, il clown giusto al posto giusto, al momento giusto. 

Non poteva funzionare. Perché si sapeva da subito che l'uomo era appena appena tollerato all'interno del cerchio magico del nuovo capetto di Firenze e perché si è scoperto più tardi che era anche così fesso da farsi pagare viaggi inutili e cene con la moglie con bottiglie di vino da 55 euro. Per mandarlo via è bastata una telefonata di Renzi ed ecco la Capitale nuovamente sprofondata nella morsa di affaristi, preti, tassinari, re del cemento, vigili urbani e commercianti, tutte corporazioni vecchio stile che hanno sempre saccheggiato la città e che oggi festeggiano alla grande. Ora finalmente potrà ripartire il magna magna, magari con qualche bell'appalto del finto Giubileo convocato da Bergoglio (abbiamo scoperto che il Vaticano ha ancora il potere di piegare ai suoi interessi Roma e i suoi 3 milioni di abitanti), con qualche deroga ai piani regolatori o magari con un bel Gran Premio di Formula 1 per sventrare le zone verdi del quartiere dell'Eur. Certo, non c'è più er Cecato, ma vuoi che non si trovi qualche bel residuato della Banda della Magliana o dei vecchi ordinovisti al quale affidare l'incarico di riorganizzare il carosello?
Il Papa re e l'eterno partito della cazzuola abusiva possono stappare lo champagne. Magari pagandolo con la carta di credito di Marino. 

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