lunedì 24 novembre 2014

Renzi, ovvero come ti eludo il fastidio della partecipazione democratica

Per Matteo Renzi il fatto che in una delle regioni che aveva sempre registrato un alto tasso di affluenza alle urne siano rimasti a casa sei elettori su dieci è "una questione secondaria". Le regole democratiche sono un fastidio al quale bisogna sottoporsi, ma le vie di fuga sono sempre tantissime. Come approfittare di un bacino di simpatizzanti che ormai non distinguono più "il belìn dalla Marcia Reale" (ovvero si mettono sull'attenti al passaggio di qualsiasi testa di cazzo) e sono convinti di votare "a sinistra" perché quello strano animale di nome Pd è quel che resta delle macerie del fu Partito Comunista. Come addormentare la già non particolarmente sveglia stampa italiana, che ci ha messo lunghi mesi per annusare la sòla. Come insistere nel presentare gente impresentabile, a patto che non gli faccia ombra.


Se dopo le elezioni europee l'unico argomento di discussione introdotto dai renziani era quello del "40% a favore", figuriamoci oggi dove in Calabria siamo oltre il 60% e in Emilia Romagna, dove a parte i razzisti della Lega il candidato piddino correva da solo (ma per la prima volta non è arrivato al 50% nella regione più "rossa"). Il partito ha perso fra Emilia Romagna e Calabria la bellezza di 769.336 voti reali tra le Europee di maggio scorso e le Regionali (solo 677.283 in Emilia), ma questo certo non impensierisce il boy-scout dalla battuta facile, che ovviamente non è lì a lavorare per la ditta, per la quale prova anzi un evidente fastidio, ma per gestire il potere accompagnandosi a quelli che il potere lo hanno sempre gestito. 
La sua fortuna, per adesso, è quella di non dover più fare i conti con Silvio Berlusconi, ormai bollitissimo. Se il massimo concorrente è l'altro Matteo, il leghista Salvini, che non va al di là della caccia al negro o allo zingaro, Renzi non corre grandi rischi. Perché dunque rimanere al potere con Alfano, dovendo per giunta chiedere il permesso ogni volta Berlusconi? 
E' il fastidio della democrazia, se si può governare senza essere votati né eletti, chi ce lo fa fare di riportare gli italiani alle urne? 

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