mercoledì 27 gennaio 2016

Le statue coperte di Rohani svelano il volto ammuffito delle religioni (tutte le religioni)

Sì, la religione è una cosa brutta. E' quell'atroce invenzione umana in nome della quale si uccide, si censura, si discrimina, si negano le libertà individuali, si reprimono i diritti delle donne, si governa con il pugno di ferro e si fanno figure di merda tipo quella delle statue dei musei capitolini coperte per non scandalizzare l'ayatollah di turno.
Di fronte alla piaggeria nei confronti dell'iraniano Rohani (che passa per un riformatore, ma è solo un po' meno macellaio dei suoi predecessori), portatore sano di un sacco di grana ora che l'embargo nei confronti del suo paese è finito, in molti si sono stracciati le vesti, ma fra di loro c'è una consistente percentuale di quei politici cattolici che in realtà si comportano in modo altrettanto prono di fronte alle bizze del Vaticano. Se l'Iran è stretto nella morsa della teocrazia, noi italiani facciamo fatica a uscirne. Oggi la stampa internazionale ci percula per la storia delle statue, la settimana scorsa il New York Times ci descriveva come dei trogloditi visto che siamo l'unica democrazia occidentale a non aver regolamentato per legge le unioni civili. E appena sette mesi fa a Torino sono stati oscurati i manifesti di una mostra della pittrice Tamara de Lempicka perché l'esposizione era troppo vicina al luogo dove viene conservata la Sacra Sindone (un clamoroso falso storico) dove doveva recarsi papa Francesco. Il ministro dei Beni Culturali, il cattolico Dario Franceschini, non ebbe nulla da dire.
Sabato prossimo Roma dovrà sopportare l'ennesima invasione dei compagnucci della parrocchietta, che scenderanno in piazza non per affermare qualcosa, ma per chiedere di negare dei diritti a degli esseri umani, a dei bambini già nati, a uomini e donne come tutti gli altri. Toccherà assistere alla solita esibizione dei fanatici di tutte le piccole sette cattoliche, sostenuti dai politici del centrodestra (tutti plurisposati e pluridivorziati, per non parlare di qualche checca isterica) e benedetti dal cardinal Bagnasco e dal papocchio argentino, che completamente privi di ogni argomento logico sosterranno che loro, in quanto cattolici e sposati in chiesa, valgono più degli altri.
Sì, la religione è una cosa brutta. E sarebbe ora di liberarcene per sempre, relegandola alla sfera privata di ogni individuo, libero di pregare, stracciarsi le vesti e autoflagellarsi quanto vuole, ma non di rompere i coglioni agli altri.

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