lunedì 1 febbraio 2016

Family Day, il neuropsichiatra e la sua congrega di allegri segaioli

Ci sono momenti in cui è difficile ridere, anche se ce ne sarebbero tutti i motivi. Per esempio con il Family Day, quella specie di raduno di mattacchioni dei quali si vergognano anche i vertici della Chiesa Cattolica (il Papa se ne è tenuto alla larga non spendendo neanche una parola in suo favore), che ogni tanto fa riversare in piazza decine di migliaia di individui che pensano di essere investiti della grazia di dio solo perché hanno messo al mondo qualche marmocchio dopo un bel matrimonio in chiesa. Il gioco è facile, qualcuno con un microfono in mano si fa il giro dei campeggiatori e dalle loro belle testoline trabocca tutta la loro ignoranza. Si capisce subito che sono persone che covano una buona dose di livore nei confronti degli altri, tutti gli altri e a cui non pare vero potersela prendere con i gay, perché "l'omosessualità è la religione del diavolo", una manica di imbecilli in gita di piacere a Roma grazie ai soldi spesi dalle parrocchie (quelle che si intascano la fetta più grossa dell'8 per mille).

Anche gli imbecilli, si sa, hanno diritto a manifestare e ci mancherebbe altro. Anzi, che ogni tanto si facciano vedere in piazza per mostrare tutta la loro ignoranza e la loro concezione del mondo ferma al potere temporale, fa tutto sommato il gioco dei loro avversari. Quest'anno hanno cercato di non esagerare, tenendo lontano dal palco gente come Kiko Arguello, il leader dei neocatecumenali , quelli che figliano come conigli e sono stati presi per il culo anche da Bergoglio, una setta tipo Scientology che ha, naturalmente, come primo scopo quello di sfilare un po' di soldi ai suoi adepti per darsi alla bella vita e alle aragoste. Del resto si sa com'è il mondo cattolico in Italia, a metà strada fra il Medioevo e il piazzismo alla Vanna Marchi, ma ognuno è libero di farsi fregare come crede, come i risparmiatori di Banca Etruria vittime di papà Boschi. Sul palco del Circo Massimo hanno sfilato gente come il giocatore di poker Mario Adinolfi, il solito cattolico ammogliato con prole, divorziato e risposato a Las Vegas, fondatore di un quotidiano che ha resistito in edicola neanche cinque mesi e Costanza Miriano, oscura giornalista di mamma Rai, salita alla ribalta delle cronache per aver scritto un libro in cui consiglia alle donne di sottomettersi al marito e convinta di combattere la vera battaglia fra il bene e il male.
Le solite macchiette, insomma. Ma fra tutte emerge lui, il Portavoce. Non si sa chi l'abbia nominato, chi abbia dietro, come finanzi tutto il baraccone. Si chiama Massimo Gandolfini, fa il neuropsichiatra a Brescia e la pietra tombale sul Family Day ce l'ha messa lui, quando dal palco ha urlato che "il sesso non esiste per il piacere sessuale ma solo per la procreazione", ottenendo pure una mezza ovazione (il tasso di gente che non scopa all'interno del Movimento deve essere altissimo). Così all'improvviso, in pieno XXI secolo, un medico specialista direttore di un dipartimento dei neurochirurgia cancella di botto secoli di vita umana vissuta e pretende il ritorno ai tabù del passato. E' questo a fare impressione: come il pregiudizio e le superstizioni religiose rendano le persone orribili, anche quando hanno studiato e i problemi mentali che causa l'eccesso di seghe.

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