venerdì 1 agosto 2014

Manager d'oro, aziende sull'orlo del fallimento e furbetti del quartierino: è la stampa, bellezza!

Meraviglie d'Italia: un gruppo con oltre mezzo miliardo di euro di debiti, che per il quinto anno consecutivo dichiara lo stato di crisi per accedere ai prepensionamenti e alla cassa integrazione dei suoi dipendenti (pagati con soldi pubblici, ça va sans dire), e ha fatto fuori nell'ultimo anno quasi 800 persone, chiudendo 20 testate, liquida il direttore di uno dei suoi giornali (dopo una stagione fallimentare durante la quale le copie vendute sono scese del 5% ogni anno) con una buonuscita di 2,5 milioni di euro, pari a cinque annualità del suo stipendio, e a cinquant'anni (50 anni!!!) di  lavoro di un redattore ordinario. 
Nel frattempo, una testata storica che prende i soldi della legge per l'editoria in quanto giornale del Partito di maggioranza relativa, chiude dopo una gestione dissennata che per molti anni l'ha fatta indebitare fino al collo, nella semi indifferenza generale, come se non fosse figlia di nessuno. E mentre il Presidente del Consiglio fa sapere che a lui della chiusura dei giornali non frega niente, c'è sempre il furbo del quartierino che approfitta della situazione per passare comunque all'incasso e in culo alla spending review. 
I giornalisti italiani sono proprio italiani: dovranno finire in rovina prima che qualcuno alzi la voce e dica chiaramente che questa non è economia, questi non sono manager, questi non sono direttori e soprattutto questo non è un governo. 

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