lunedì 23 dicembre 2013

Letta si congratula con se stesso, Renzi resta a Firenze. Larghe intese forever

La conferenza stampa di fine anno con il Presidente del Consiglio di turno è una di quelle manifestazioni tipiche del servilismo della stampa italiana nei confronti del potere. Organizzata dall'Ordine dei giornalisti, la kermesse prevede un monologo del capo del governo, che di soliti tracina oltre ogni buon senso, pieno di retorica sui risultati ottenuti da parte di chi di risultati veri non ne ottiene più da decenni, e poi le domande dei giornalisti, preoccupati più dalla diretta televisiva e terrorizzati dall'ipotesi di finire nella lista delle persone poco gradite a Palazzo Chigi. Un turbillon di fesserie che quest'anno, con il grigio Enrico Letta, ha raggiunto uno dei suoi apici. 

Mentre il Parlamento si appresta a votare la legge di stabilità, con tutte le mance e le marchette incluse (meno male che la peggiore, quella sulle slot-machine, è stata sgamata in tempo), Letta si congratula con se stesso per la "svolta generazionale" che però dovrà estendersi a tutti, in modo da "far tornare i ragazzi dall'estero". Poi si inventa che grazie al fatto che lui è rimasto in sella l'Italia ha risparmiato cinque miliardi di interessi sul debito (non che abbia fatto nulla, è calato sullo spread perché qualcuno ha deciso di andare a speculare altrove) e naturalmente difende a spada tratta l'uomo che ha deciso per la sua investitura su consiglio dello zio Gianni, il presidente Giorgio Napolitano, vittima degli strali di Grillo e dei suoi perfidi sicari. 
L'unico che si risveglia dal torpore è un giornalista tedesco il quale dice molto candidamente che visto da fuori 'sto ricambio generazionale pare 'na sòla, e che tutti quanti sono ancora presi dal destino (e dai progetti) di Silvio Berlusconi
Gelo in sala. Tutti poco avvezzi a trattare con delle teste pensanti.
Intanto a Firenze, il nuovo Che Guevara della sinistra, che nel suo mitico programma sul lavoro riparte alla carica con l'abolizione dell'articolo 18 e con il servizio civile obbligatorio (così i giovani disoccupati possono pure fare la fame lavorando per lo stato), annuncia che farà il sindaco per altri cinque anni. 
Immagino la gioia di chi ha votato per Matteo Renzi alle primarie. Il segretario del Pd sarà anche il primo cittadino di Firenze, sono soddisfazioni.
E il governo? Larghe intese forever e la stabilità. Del morto. 

Nessun commento:

Posta un commento