martedì 30 luglio 2013

I campioni del Pd (5): Ginefra e la "voce dal sen fuggita"

Dario Ginefra è un po' come il milite ignoto giapponese (kikazzè). Un benemerito nessuno, fra i tanti piazzati in lista dal ras di turno del Partito Democratico e ai quali è stata garantita l'elezione in Parlamento non si sa bene in virtù di quale capacità o competenza. Se si cerca in rete risulta molto presente alla Camera, ma con un indice di produttività al di sotto della media
In compenso è un reginetto del gossip, perché sulle orme di Francesco Boccia e Nunzia Di Girolamo ha anche lui la sua bella compagna bipartisan, Laura Ravetto del Pdl. I particolari della love story sono indimenticabili: i due si sono conosciuti a una riunione della lobby di Enrico Letta, VeDrò, ed è lì che fra una partita di Subbuteo e uno sbadiglio è nato il grande amore. 
Lui l'ha "domata", ma adesso gli tocca cucinare. Gente che fa la felicità dei rotocalchi da saletta d'attesa di parrucchiere, più che essere candidati a governare il paese.

 
Ma siccome sono anche deputati, ogni tanto, ahimè, esprimono delle idee politiche. 
Oggi lui è entrato di prepotenza nell'Olimpo dei campioni del Pd, quelli che non perdono occasione per affondare ulteriormente un partito storicamente votato alla sconfitta. Far cadere il governo in caso di condanna definitiva di Berlusconi, è il ragionamento del fine intellettuale pugliese, sarebbe "venir meno a un patto assunto con il Presidente della Repubblica".
Oooops. 
Mi sa che l'ha fatta grossa. Ansioso di rapporti bipartisan, dentro e fuori la camera da letto, ha denunciato il bunga-bunga di governo, l'orgia satanica Pd-Pdl-Quirinale che resisterà a qualunque terremoto, il patto non scritto e stilato contro gli interessi di un intero paese. 
Urge punizione esemplare, almeno due giri di chiglia. O, in seconda analisi, una bella promozione a sottosegretario.

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